Secondo AlmaLaurea, un soggiorno di studi all’estero durante l’università fa aumentare del 20% la possibilità di trovare impiego a un anno dal titolo. E se il soggiorno fosse anticipato alle scuole superiori, prima di maturità e dell’immatricolazione in toto? «È un fattore che aumenta, in maniera determinante, la possibilità di trovare lavoro.

Per tante ragioni: si acquisisce autonomia, si sceglie con più consapevolezza il proprio percorso di studi, si arriva con motivazioni diverse» spiega Renato Salsone, direttore di AlmaDiploma.
L’ultimo “Profilo dei diplomati italiani” a cura dell’istituto, ha evidenziato il valore aggiunto di un’esperienza internazionale fin dai banchi della scuola dell’obbligo. Il problema è che, per ora, si parla di una minoranza del 35% con differenze nette a seconda di indirizzo scolastico e reddito. Per quanto riguarda il curriculum, si oscilla dai picchi del 73% registrati tra i diplomati dei licei linguistici al 46% dei colleghi del liceo classico e al 37% dei diplomati nei licei scientifici, con valori meno rilevanti per gli istituti tecnici e professionali. Se si parla dei costi, basta dare un occhio alle quote di partecipazione: da più di 2mila euro per soggiorni brevi agli oltre 15mila di un anno fuori dall’Italia. Ma è necessario viaggiare su queste cifre? No. Vediamo perché.

Il canale di stage e accordi
Il primo canale indicato da Salsone è quello di stage-scambi nel corso della scuola superiore. Non si parla dei più noti pacchetti di vacanze-studio in college o famiglia, ma di accordi bilaterali che possono essere siglati dagli istituti superiori per consentire ai propri iscritti di trascorrere un periodo di quattro settimane in una scuola straniera, magari con la formula di uno stage. La formula sta prendendo piede, se si considera che il 50% degli studenti che hanno intrapreso un’esperienza internazionale rientrano sotto l’ala di «programmi organizzati dal proprio istituto». Come spiega Salsone, «ci deve essere chiaramente disponibilità da parte della scuola a favorire questo genere di accordi, perché in caso contrario l’alternativa sono i canali privati. E, in effetti, sarebbe importante incentivare il più possibile questa opportunità».
Una stima dell’intero pacchetto di costi, dall’alloggio alle spese di routine? La forbice indicata da Salsone oscilla tra i 1.200 euro per la Spagna ai 1.500-1.600 euro che possono essere richiesti per un soggiorno analogo nel Regno Unito. «E quando diciamo Regno Unito non intendiamo Londra ma anche mete più accessibili come il Galles, dove il costo della vita è più contenuto» spiega Salsone. Certo: 1.200 euro non sono una cifra da trascurare, soprattutto se si sommano al resto delle incombenze annuali. Ma l’importo può essere ammortizzato da borse di studio che garantiscono, a seconda dei casi, di tagliare «anche della metà» l’esborso previsto per un’esperienza che può giocare a favore sotto diversi aspetti. Uno su tutti, l’apprendimento soddisfacente di una lingua straniera. Sono gli stessi dati AlmaDiploma a rivelare che poco più della metà (54%) dei diplomati dichiara di possedere una conoscenza «almeno buona» dell’inglese scritto, con un dislivello tra il 58% dei liceali, il 51% dei tecnici e il 36% dei professionali. Molto meno famigliare le “terze lingue”, sempre più richieste dal mercato del lavoro post laurea: la conoscenza di spagnolo, francese e tedesco scende, rispettivamente, al 15% per il primo e al 13% per gli altri due.

E se si vuol fare l’intero anno?
Se si parla di un anno intero, i costi non possono che lievitare. Ma, neppure in questo caso, è necessario versare per intero le “rette” previste per semestri o interi anni in una secundary school del Regno Unito (la meta più quotata: la sceglie il 49% degli studenti) o Stati Uniti. Ad esempio i programmi di Fondazione Intercultura, con una storia di 60 anni alle spalle, offrono a tutti i genitori dei candidati con reddito inferiore ai 95mila euro la possibilità di fare domanda per una borsa di studio. Gli scaglioni di riferimento possono spaziare tra fascia 0 (sotto i 22mila euro), fascia 1 (22mila-38mila euro), fascia 2 (38mila-65mila euro) e fascia 3 (da 65mila a 95mila euro). Nel caso si possa fare applicazione per la fascia 0, il costo totale dell’esperienza è di 800 euro.

Per quanto di Alberto Magnani – Il Sole 24 Ore – 17 dicembre 2015